domenica 30 gennaio 2011

Decimi.

Oggi mi sono infilata gli stivali e sono andata via.
Indossavo collant a pois e un maglione di mio padre
e morivo di freddo.
Ci stiamo costruendo un muro?
Un muro fatto di carezze mancate, occhi bassi e un sacco di cose mai dette.
Sono entrata in un bar e ho incontrato una signora cieca
che beveva caffè al ginsen con tanta panna.
La panna le piace, me l'ha detto lei
perchè mi ha sentita mentre accarezzavo il suo cane-guida.
Alla fine le ho offerto anche i due biscotti al cioccolato che non avevo mangiato
e lei mi ha sorriso prima di dirmi grazie.

Avrei voluto donarle qualche decimo della mia vista
che quegli occhi velati proprio stonavano con quel sorriso che aveva fatto.

venerdì 28 gennaio 2011

Anche se i giornali
ci dicono che dobbiamo morire giovani,
noi ci guardiamo negli occhi e ridiamo
 forte.
Perchè abbiamo ancora così tanti progetti,
perchè abbiamo ancora così tante notti
da passare sveglie.
Ci vogliono morte
solo perchè siamo così tanto, tanto belle
e abbiamo gambe da capogiro
e scapole che sono poesie.
Un giorno te lo dirò, magari all'orecchio:
"Ma non l'hai ancora capito.
Io chiuderei gli occhi solo fra le tue lenzuola,
con il tuo petto che mi fa da cuscino."

giovedì 27 gennaio 2011

Feeling this.

Quasi quasi faccio come Melissa P
e ogni sera mi metto davanti allo specchio
e faccio scivolare via i dubbi mentre mi spazzolo i capelli cento volte.
Faccio finta di non ricordarmi più niente,
di vivere sulla luna
e di avere i capelli rossi invece che neri (e pure tinti.)
Ieri era tardi, quasi le sette quando ho preso il treno per tornare a casa
e ascoltavo i blink 182 a stecca sentendomi più adolescente che mai.
Le luci fuori dal finestrino si mischiavano tutte insieme
e sembrava di stare in un quadro di Van Gogh
"This place was never the same again after you came ad went."
Che forse, ho pensato, questi blink me li vado a vedere a giugno
e che il mio vicino avrebbe voluto che io abbassassi il volume dell'mp3,
ma non ne avevo voglia.
Cercavo di ricordarmi qualche parola di feeling this
per non pensare ad altro.
Che ero in ritardo, che avevo cantato fino a qualche minuto prima, che il cuore me lo sentivo bello saldo al suo posto e che dentro a quel cortile c'ero stata quando ancora avevo i capelli lunghi e lui era bellissimo anche in tenuta da casa.

martedì 25 gennaio 2011

Un amore che ci fa strappare i jeans.

La finiremo mai di essere così disperati?
Per gli altri siamo complicati, rumorosi, esagerati.
Ma noi siamo due poesie viventi, tesoro.
Le nostre bocche sono rime incatenate
e non abbiamo bisogno di similitudini, io e te.
Il nostro amore è malsano, mal-arredato, da due soldi.
è un amore che ci fa strappare i jeans
per mostrare i tagli sulle ginocchia
che portano i nostri nomi.

lunedì 24 gennaio 2011

Ti ricordi il primo amore?

C'è che ormai abbiamo
un filo invisibile che ci attorciglia i fianchi,
abbiamo lo stesso identico modo
di guardar male la gente
e la stessa solita paura di non essere mai abbastanza.
I miei polsi non riescono più a reggere questo freddo.
Mi si piegano all'indietro come gelatina, stanchi morti.
Si può fare l'abitudine a tutto ma non all'amore.
Si può sopportare di tutto ma non l'amore
che non ci fa nemmeno più mangiare
e ci fa rimanere i letti intatti fino alle sei di mattina.
Se guardi bene troverai ogni singola parola che volevo dedicarti
nelle pieghe marcate delle occhiaie.
E se alzi di poco la suola delle mie scarpe ci troverai
tutti i drammi che calpestavo a 14 anni,
quando ancora pensavo di poter amare qualcun'altro
e non sempre e solo i tuoi stupidi occhi grigi.
Tu devi solo sapere che  ho provato a rompere il filo.
Ci ho provato con le unghie, con le forbici e persino con i denti...
Ma non c'è verso di spezzarti.

domenica 23 gennaio 2011

Occhi-comete.


 Abbiamo le mani fredde,
occhi-comete
e una macchina fotografica per ricordarci
che siamo vive, che ci siamo.
Parliamo con le nuvole
e il sole ci sbrina i capelli
e i sorrisi.
E tanto per rubare una frase a Filo:
"L'amore è più complesso di un cuore che batte forte."



sabato 22 gennaio 2011

Amore part-time.

Tu sei già mio.
Non le senti le mie dita che ti sfiorano la nuca?
Se non sogni bussa pure alla mia camera
e parlami di tutta la confusione che hai in testa.
Parlami dei tramonti che non hai mai visto, dell'oceano pacifico e di quella bambina che all'asilo ti aveva chiesto di sposarla ma tu avevi rifiutato.
Non ho una gran forza, lo ammetto, ma se alle quattro ti cadono le palpebre
ti tengo sveglio io a forza di baci sulla fronte.
Ieri mentre bevevo il thè pensavo che mi rifugerei volentieri in uno dei tuoi maglioni,
magari quello rosso.
Io non sono bella come vuoi tu, lo so.
Non ho quelle mani da pianista oppure il nasino alla francese.
Dormo anche poco, penso troppo, ascolto musica ad un volume indecente;
ma giuro che se mi tieni con te imparerò perfino a cucinare,
a ripararti i calzini con ago e filo.
Tu, in cambio, prometti che mi amerai almeno 3 volte a settimana.
Promettimi un amore part-time.

venerdì 21 gennaio 2011

Urla.

Io non faccio parte di niente.
Mi guardo intorno e vedo ancora un pò annebbiato,
eppure il sole è tornato, si deve solo sbrinare un pò.
E mentre voi volete emergere ad ogni ora
io me ne sto nell'angolino a pensare come si starebbe fra le sue braccia
oppure che vorrei tanto una macchinetta di vino rosso, oltre a quella per i caffè.
Ogni giorno sul diario ci scrivo un pensiero
e ci inficco sempre dentro la parola cuore.
L'altro giorno avevo scritto una cosa del tipo:
"Vorrei mangiarti il cuore, sono convinta che sa di fragola."
Io ci provo a parlare, ma non sopporto le urla inutili.
Se dovete urlare, urlate per avere ragione o per l'amore.
E lasciatemi alla mia vita traballante, alle mie poesie soffocate dentro alla bic blu.

giovedì 20 gennaio 2011

Quasi fossimo ad un musical.

E le risate iniziano alle otto di mattina
accompagnate ancora da qualche sbadiglio
e da quella canzone che mi è rimasta sulle labbra dall'altra sera.
I quaderni degli appunti diventano disegni flluo
e ci si incazza perchè quel voto non era abbastanza alto.
C'è che mi sposerei con la macchinetta del caffè
e passerei le ore nel bagno dei maschi a raccontarci a vicenda
di quella volta che ci siamo innamorate ma lui non ci cagava di striscio.
Mi mancano le winton blue ma non le notti in cui non dormivo.
Oh, e ti penso ore intere con la schiena appoggiata al muro all'ultimo banco.
Ti penso quando non faccio matematica,
quando al martedì abbiamo storia all'ultima ora
e qualche volta durante le ore infinite di anatomia.
Ci sono certi flashback che mi fanno quasi scoppiare le tempie
da quanto sono forti.
Ma, davvero, le risate sono terapeutiche
e anche suggerire le frasi d'inglese cantando, quasi fossimo ad un musical.

mercoledì 19 gennaio 2011

Mangiare.

Ho voglia di mangiare il tuo cuore caramelle a forma di fragola
e di smetterla di avere paura del buio, come i bambini.
Voglio sentirmi libera di cantare quando voglio,
di stare sotto le coperte per un giorno intero a sentirti
recitare poesie,
 fa niente se inciampi sempre sulle M.
E qualche ora dopo l'alba
è già ora di alzarsi
e noi non abbiamo dormito niente...
ma almeno ci siamo consumati l'anima a vicenda.

martedì 18 gennaio 2011

Lo.

Lolita luce della mia vita, fuoco dei miei lombi.
Mio peccato, anima mia.
Lo-li-ta:
la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato
 per battere, al terzo, contro i denti.
Lo.Li.Ta.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino,
ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo.
Era Lola in pantaloni.
Era Dolly a scuola.
Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti.
Ma tra le mie braccia era sempre LOLITA.


Che sul vocabolario se cerchi Lolita viene fuori:
"ragazza adolescente di aspetto provocante,
 che suscita desideri sessuali anche in uomini maturi."
Oh sì, sarà anche vero
ma trovatelo anche a me un Humbert che mi dedichi un libro del genere
e potrei davvero amarlo per tutta la vita e dopo ancora.
Fa niente se è un amore malato, per niente sano
è comunque amore.
Ci sarà una medicina anche per questa malattia.


lunedì 17 gennaio 2011

Cheriè.

Mio padre non fa altro che parlarmi in francese
da quando gli ho confessato di volerlo imparare.
Ieri siamo andati insieme a fare la spesa
e continuava a dirmi:" Comme on dit en français limone?"
Io ridevo, ridevo un sacco e poi rispondevo: "Citron!"
Mi chiamava Cheriè e qualcuno ci guardava di traverso
ma non ci facevamo caso.
In macchina mi ha confessato anche lui una cosa, mi ha detto:
"Eli, io è da quando mi stavi ancora in braccio che ti dico di andare via da questo paese,
di andare all'estero che qui, vedi, non c'è futuro.
 Qui molti cercano solo di fotterti  e se sei intelligente
cercano di farti fuori. Ascoltami, ascoltami e vai via."
Io gli ho risposto che mi mancherà ma che lo farò.
"Non ti preoccupare Cheriè, noi abbiamo il cuore straniero."

domenica 16 gennaio 2011

C'est quelqu'n qui m'a dit que tu m'aimais encore.

Ecco perchè non voglio un bilocale.
Perchè poi i pensieri si perdono e mi tocca cercarli.
Invece in un monolocale sono tutti vicini, a portata di mano
e mi tengono compagnia nelle notte in cui anche il vino rosso è finito.
E questo monolocale deve essere a Parigi o in una di quelle città
che alle sei di sera diventa malinconica, dove il pacchetto di sigarette slim
si svuota velocemente e per non sentire il dolore ci si mette a ballare in punta di piedi
perchè se no chi lo sente quello che abita di sotto.
I piedi che sfiorano appena il pavimento freddo
e il maglione maschile largo e lungo fino a coprire quel che si deve coprire.
E poi solo pelle di un bianco imbarazzante
e il trucco nero sbavato che si confonde con le occhiaie e la stanchezza del cuore.
Voglio vivere in un monolocale con la sola compagnia di un cane, meglio se un lupo.
Io, lui e le pareti piene di poesie scritte con il rosso e il nero.
Poi andare fuori sul balcone e respirare aria francese
e pensare che prima o poi quelle sigarette inutili non serviranno più.



venerdì 14 gennaio 2011

C.

Stasera i tuoi occhi stanchi guarderanno un sacco di altre persone
ma non me.
Ma io mi sarei messa in un angolo sperduto
e ti avrei ascoltato per tutto il tempo, per tutta la notte.
Che tanto tutto quello che ti esce da quelle labbra sottili è poesia.
Ti devo ancora dire che tu il mio cuore
te lo sei preso nel giro di un concerto
e mi hai conquistato senza dire parole inutili
e senza togliermi la libertà, senza togliermi ossigeno.
Ti sei preso un pò tutto di me.
Anche le lacrime ti sei portato a casa, non mi hai visto piangere?
Oh, è successo tutto durante quella canzone:
"Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai."
Mi hai uccisa e poi fatta rinascere in due ore.
Guarda ancora una volta nel taschino di quella camicia,
ci dovrebbe essere un brandello del mio cuore.



mercoledì 12 gennaio 2011

Interrotte.

Chiamateci ragazze interotte,
come quelle del film.


E non ci toccare
che eravamo rotte ma ci siamo ricostruite
raccogliendoci pezzo per pezzo.
Occhi, labbra, capelli, guance.
Abbiamo dovuto rifare tutto da capo
e siamo quel che siamo.

martedì 11 gennaio 2011

Non ci importa.

Non ci importa dei lividi,
dei capelli che non stanno mai dove devono stare
e delle nostre ciglia impastate di mascara e sogni.
A noi non importa
delle chiacchiere della gente di sottofondo
e delle loro vite che sbandano,
abbiamo già le nostre che vanno in retromarcia.
Noi abbiamo i dubbi buttati negli angoli insieme ai vestiti,
occhi stanchi e idee indecenti che teniamo strette fra i denti.
E loro pensano che abbiamo l'anima più candida che esista,
ma non sanno niente.
Che l'amore ci ha squarciato, che la rabbia ci ha rotto le nocche
e che il vuoto ci buca lo stomaco.
Che siamo un casino sotto alla nostra maschera,
che non c'è niente di carino in noi.

lunedì 10 gennaio 2011

Scappare.

Cantavamo canzoni d'amore allo specchio
e avevamo sempre fra le labbra lecca-lecca al lampone.
Eravamo così piccole che stavamo nelle tasche dei passanti
che ci portavamo in mille posti diversi:
Alla stazione, in banca, a casa al caldo.
Ci spostavamo con il vento perchè avevamo una vita-stecchino
e le braccine che tutti ci strattonavano dicendoci: "Mangia di più!"
Ci scambiavamo felpe, libri, cuori.
D'inverno andavamo in letargo nelle nostre sciarpe
e d'estate mostravamo la nostra pelle tonica e pallida ai ragazzi più grandi.
E il mondo non aveva angoli bui,
era tutto un arcobaleno, un miscuglio di tempere durante l'ora di arte a scuola.
Avevo ancora i capelli lunghi e tu gli occhi più azzurri del cielo.
Attaccavamo sul diario le foto dei nostri amori platonici
che suonavano tutti in gruppi rock ed avevano le braccia piene di tatuaggi.
Oh, e ti ricordi quel quaderno che viaggiava nelle nostre cartelle?
Scrivevamo un sacco di cose sulla libertà e la voglia di scappare
con il nostro paio migliore di jeans strappati.
Ed avevamo un'aria così disperata che ci guardavano le pupille...




sabato 8 gennaio 2011

Fuori posto.

Brucia all'inferno questa parte di me
che non si trova bene in nessun posto...
mentre le altre persone trovano cose da fare nel tempo che hanno,
posti dove andare insieme... Cose da dirsi.
Io sto bruciando all'inferno,
da qualche parte nel nord del Messico.
Qui i fiori non crescono.
Non sono come gli altri,
gli altri sono come gli altri.
Si assomigliano tutti,
si riuniscono, si trovano, si accalcano.
Sono allegri e soddisfatti
e io sto bruciando all'inferno.
Il mio cuore ha mille anni,
non sono come gli altri.
Morirei nei loro prati da pic-nic,
soffocato dalle loro bandiere,
indebolito dalle loro canzoni,
non amato dai loro soldati,
trafitto dal loro umorismo,
assassinato dalle loro preoccupazioni.
Non sono come gli altri.
Io sto bruciand all'infero.
L'inferno di me stesso.
C. Bukowski, ancora una volta.


giovedì 6 gennaio 2011

tempeste.

Era un pomeriggio così caldo
che il mio cuore ti si scioglieva sulle dita
e c'erano tempeste nelle mie ginocchia.
Forse soffro un pò troppo ma va bene così.
Forse dormo anche poco
ma mi togli il sonno, qualche volta.
Che non sarebbe così bello un mondo
dove stiamo bene da soli.
Non sarebbe lo stesso, proprio no.
Quindi, fa niente, okay?
Noi siamo quello che siamo
e lo saremo per tutto il tempo che ci verrà dato.
E davvero, nonostante la febbre che mi è venuta
queste cose le penso veramente.
Oh, e mi sembra che i nodi che ho nello stomaco qualche volta vengano pettinati da te.

mercoledì 5 gennaio 2011

Gomma.

Lasciatemi stare.
Mi sono disegnata un cuore sul polso
così nel caso mi dovessero spaccare un'altra volta quello dentro al petto,
userò l'altro cuore.



Ho trovato la mia canzone, finalmente.


martedì 4 gennaio 2011

15 anni, M.

Ma ti ricordi quando avevamo 15 anni?
Ci hanno messo insieme a caso, senza sapere le conseguenze.

Era bello innamorarsi di persone mai viste prima
e aspettarle entrare nell'atrio della scuola
con le ginocchia che cedevamo appena incontravamo i suoi occhi.

Ed eravamo vestite sempre di nero
e i nostri capelli cambiavano colore ogni mese
e ascoltavamo musica che nessun'altro conosceva.
Cantavamo sempre, ti ricordi?

Ci rompevano sempre il cuore a quell'età
e noi cercavamo di riparare le ferite piangendo nei cessi
e abbracciandoci forte.
Oh, e io ti volevo un bene dell'anima ragazza
e te ne voglio ancora.
Ma ero  spaventata da morire, lo sono ancora.

A quei tempi fumavamo di nascosto sotto ai portici le lucky strike
 e dicevamo per sempre addio ai nostri polmoni
con le mani che sapevano di fumo.
E bevevamo birra sulle scalinate di quel cinema
e io avrei voluto darti di più
che una semplice sbronza.

Ma quei mesi mi sono rimasti conficcati dentro,
tu mi sei rimasta impigliata fra le costole.
E vorrei far ritornare tutto com'era,
ma lo sai anche tu che una cosa quando si rompe
non ritorna più come prima.
Sono stati mesi selvaggi quelli con te
e comunque vada, tesoro, tu resterai per sempre in questa canzone:



lunedì 3 gennaio 2011

Nelle tasche dei jeans.

Alcuni mi dicono che sono tutta nervi,
che sono anche bella alle volte
e che dovrei decidermi a prendere un pò di sole.

Altri riescono a vedermi il cuore battere sotto la pelle del collo
e mi dicono di non avere paura, che se voglio sono forte.

Qualcuno non crede in me,
fino a ieri diceva che non portavo niente di buono,
e che dovevo smetterla di mettermi tutto quel nero sotto agli occhi
e di andare a letto tardi.

Ma io sono fatta di cristallo.
Non lo vedi tesoro, appena mi sfiori mi riempio di lividi
e il dolore cerco di ficcarlo tutto nelle tasche dei jeans.

Un giorno mi salverò, te lo prometto.
Intanto cerca di cullare un pò i miei incubi.

sabato 1 gennaio 2011

Ciao, beibe, ciao.

Le caviglie mi traballavano dentro alle doctor martens
e mi sono grattata una mano così forte che mi sono scottata
ma non mi sentivo sola, forse.
E ho mangiato poco
e poi ho buttato giù un pò di spumante dolce.
Ci ha fatto un pò di giochi di magia
ma era ubriaco fradicio,
ci diceva "vi amo tutti"
e non riusciva nemmeno a fumare.

è arrivato il 2011 ma io preferisco
ascoltare Iggy Pop ad un volume indecente.