mercoledì 29 febbraio 2012

I graffi sulla mia schiena non saranno altro che i tuoi miglior lavori d'arte moderna.

Qualche volta vorrei diventare sottile come un filo d'erba, quasi invisibile.
Le mattine hanno cieli rosa che mi fanno pensare alle mie guance, quando ero più piccola, che cambiavano colore quando qualcuno cercava di dirmi "sei bella" senza che io lo interrompessi.
Ti ricordi quando ti ho detto che non sono timida ma che, al contrario, mi vergogno? 
L'ho detto perchè vorrei tanto che, al posto della mia faccia e delle mie labbra, la gente si ricordasse delle cose che dico, del mio cuore che balbetta come Filippo Timi quando parla e non recita.
Ho diciannove anni ma sono fragile come se ne avessi dieci. Il carattere docile di una bambina, gli occhi di chi va a letto sempre troppo tardi, i sogni erotici.
Mi pettino i capelli all'indietro mentre fumo una malboro light e mi dico che anche se non potrò sopravvivere a questo massacro di anime, non ne uscirò poi così male.
I graffi sulla schiena non saranno altro che i tuoi miglior lavori d'arte moderna.

lunedì 27 febbraio 2012

Isabella Santacroce.

Nuovo taxi. Zurigo di notte. Ha questo odore. Annusa.
Due chilometri al Select. Ha questo odore alle 24. Dolce.
Annusa. Passo nuova cipria Praise compatta e chiarissima sul naso e sul mento e sul resto. Guardo fuori la città muoversi. Fermarsi al semaforo. Tu non sai a cosa sto pensando. Mi osservi. La tua macchina accanto al taxi. Due vetri a dividerci. Le mie labbra le vorresti su di te. Si aprono e ti leccano lasciando gloss trasparente sulla tua pelle. E tanti occhi nei miei così per poco. Ti regalerei la mia lingua per tanti occhi nei miei. Per questo perdermi veloce che riscalda i miei pensieri. Così provo amore. Questione di secondi ferma al semaforo. Poi la città che si muove. Ancora. Abbandonati. Questo mi succede forse tutte le sere sopra qualche taxi diretto al Select. Succede quando si ferma e guardo fuori nell'auto accanto sconosciuti sguardi che sognano le mie labbra su di loro. Così provo amore per secondi perdendomi nel caldo di pensieri che si incontrano per caso in questa Zurigo senza luce. Tanti occhi nei miei così per poco, poi il veloce della città che corre abbandonando desideri appena accarezzati e mai io saprò il tuo nome nè tu il mio, nè conoscerai il morbido delle mie braccia, nè il mio strano vivere-luminal e mai ci toccheremo nemmeno sfiorandoci.
Sono solo istanti caldi prima del Select. Prima di una notte zurighese che passerò ascoltando voci sempre nuove nelle zone più buie del locale con la solita forte convinzione che in fondo nessuno mi ama veramente. Così dolce e crudele perdermi anche se solo per secondi. Così dolce e crudele. Nel silenzio. Così dolce.
Ho deciso di scrivere una lettera d'amore a Jim Morrison quando andrò a Parigi.
Il mio amore per lui è malsano, imbarazzante, viscerale.
Non potete capire cosa succeda al mio corpo quando, al buio, ascolto the end.
Mi si contorce la schiena, le vertebre diventano spilli e il sangue mi finisce tutto all'altezza della testa che quasi esplode. Pulsa da morire e la canzone non è nemmeno a metà.
Scriverò una lettera d'amore a Jim Morrison
perchè aveva ragione lui, strafatto di roba, ma ci ha azzeccato alla grande.
Le poesie, Jim, hanno i lupi dentro e tu mi mastichi e mi sputi ogni volta.

domenica 26 febbraio 2012

Svendere.

Sono un suono confuso, come quelli dei verdena
che mi ostino ad ascoltare anche se vorrei smetterla 
e con questo sole, sdraiata a pancia in sù, rimanere zitta a lasciare che Battisti mi stravolga l'anima o qualsiasi altra cosa di profondo. Cupo. Forse un pò doloroso.
Lo capisco da me che sono in un vicolo cieco, 
che dovrei smetterla di restarci dentro. 
Dovrei prendere un bel respiro profondo e andarmene via,
 magari correndo velocissima fin quando non mi sembra di star volando via, lontanissima da qui.
Il problema però è che mi va bene così,
 che il buio ormai non mi fa poi così paura... è quasi familiare.
Alle volte mi guardo allo specchio e mi odio
 e non c'è mai nessuno, dietro di me, che cerchi di convincermi del contrario.
Poi mi guardo negli occhi e mi dico che ho un sacco di cose da offrire,
che voglio svendere i miei pensieri, regalarle a voi le mie teorie sulla vita
che, tutte insieme, non possono convivere dentro alla mia testa.


giovedì 23 febbraio 2012

Lascia perdere che sono complicata
 e che non voglio nessuno con cui dividere il letto di notte.
Tu prendimi solo per quello che sono. 
Goditi con me i miei diciannove anni belli freschi.
Prendo un pacchetto di malboro light da venti e ti racconto tutto quello vuoi,
ti racconto dei miei sogni, dell'insonnia terribile, della musica orrenda che ascolto e mi mantiene in piedi e della storia che con questa tinta volevo uscire rossa come Julia Roberts e ho fallito un'altra volta.

mercoledì 22 febbraio 2012

Periodo.

La mia vita va di pari passo con la musica che ascolto.
In queste settimane sono fatta di queste robe qui, ogni canzone la vivo all'ultimo respiro.
Ascoltami di sera mentre stai per addormentarti.

Trovami un modo semplice per uscirne- Verdena.
Quanto eri bello- Maria antonietta.
Naufragio sull'isola deserta- Afterhours.
Sempre uguale a mai - Dente.
Nanà- Brunori sas
Con gli occhiali da sole- Maria antonietta.
Motel- Maria antonietta.
Preferisco scappare- Gerson.


martedì 21 febbraio 2012

Motel2, alla fine del sogno.

Alla fine del sogno tu ti accendevi una sigaretta e te ne andavi.
Prima mi sorridevi e mi dicevi "è stato bello" e poi tutte quelle lucine rosse al neon si allontanavano con te.
Io ero seduta in un angolo, con la schiena appoggiata al muro, mi aggiustavo il rossetto sbavato ai lati. Avevo delle calze nere che mi arrivavano fino al ginocchio e i capelli a caschetto spettinati, come adesso.
C'erano i rem nello stereo e ci andavano bene a tutte e due.
Non so se fosse ancora notte o mattina quando tu hai deciso di andartene
ma di certo in quella camera c'era una confusione bestiale.
Il tuo odore era su di me e il mio odore l'ho avevi tutto nei capelli tu.

domenica 19 febbraio 2012

Ritorni.

A Parigi ci ritornerò con i maglioni pesanti,
i rossetti rossi che profumano di ciliegia,
i capelli un pò più lunghi
e un libro di Prevert da tenere in borsa, da leggere quando tutti dormiranno mentre io non ne avrò voglia.
Mi sembra quasi un insulto chiudere gli occhi a Parigi,
mi sembra quasi un insulto non portarti con me
e incrociare insieme le gambe e le anime alle sei di mattina, seduti sul balcone a vedere l'alba.
Parigi a marzo saprà di caffè espresso, di mimose e di brioches calde.

mercoledì 15 febbraio 2012

Belli vivi.

Mi ricordo di noi due quando avevamo sedici anni.
Io per assomigliare a Courtney love mettevo il rossetto rosso e poi ti baciavo la guancia per lasciarti il segno. Così, pensavo, mi portavi a letto con te.
Ti pensavo nei bagni della scuola mentre ascoltavo la musica che mi consigliavi, mentre incominciavo a farmi bocciare da tutti i professori.
Non me ne fregava poi niente del mondo, io avevo te e dei nuovi jeans a vita bassa stretti da far quasi male alle ossa.
Avevo negli occhi la voglia di dirti che ero un pò innamorata di te. Non totalmente innamorata, non sono mai riuscita ad amare ancora nessuno, ma con te ci andavo davvero vicino.
Sentivo il sangue ribollirmi  nei polsi quando mi sposati i capelli sulle spalle e mi guardavi con sufficienza, quasi come se non esistessi mentre tu, per me, eri su un piedistallo.
Poi hai provato a baciarmi e io sono caduta ai tuoi piedi, ricambiando il tutto, cercando di capire il sapore delle tue labbra. Cercando anche di ricordarmelo fino alla mattina dopo.
è stato un tira e molla. Tu mi volevi a rate, io in ogni momento.
Tu ascoltavi metal e a me proprio non andava giù, ascoltavo Patti Smith e Iggy pop che a te non dicevano proprio niente.
Di noi mi piace ricordare le mani che si intrecciavano insieme quando avevamo paura di crescere ancora un pò, avevamo paura di raggiungere i diciassette anni... ma ormai non ci dobbiamo più preoccupare, li abbiamo saltati e siamo ancora belli vivi.

lunedì 13 febbraio 2012

Motel.

"Ma la verità non ti tiene compagnia 
quando dormi da solo,
invece io...
non sono niente male."







Guarda pure i miei vent'anni fiorirmi sulla schiena
mentre fumi, che ne so, pall mall blu.

giovedì 9 febbraio 2012

Che.

Da una settimana vado a fare colazione nel bar vicino a dove lavoro.
Prendo un cappuccio con il cacao e una brioches alle mele.
E poi dico al barista che sono in coma, che avrei tanto voluto restare a letto a dormire ancora un pò  ad ascoltare musica con l'ipod per ore.
In questi giorni vorrei isolarmi un pò, stare per conto mio.
Ma non posso, ho un sacco di cose da fare dalle otto fino alle cinque del pomeriggio e non riesco a pensare a niente.
Non riesco a pensare che fuori ci sono meno sei gradi,
che le mie occhiaie sono marcate,
che dormo male,
che faccio brutti sogni e non riesco a smettere,
che fumo troppo,
che mi manchi,
che ho perso ancora un pò l'equilibrio.

martedì 7 febbraio 2012

Puoi prenderti tutto di me, non so se hai capito.
Sbalzi d'umore, ossa, dolori, fianchi, paranoie.
I miei capelli che sono di nuovo un caschetto spettinato, che l'aria mi arriva tutta nel collo quando ascolto Maria antonietta durante la pausa dal lavoro.
Mi puoi prendere senza chiedere permesso.
Sono usa e getta, come avrai già capito.
Io assorbo tutto e poi lo tengo dentro agli occhi e ai pugni stretti.
Lenzuola pesanti, anfibi sotto al letto, il caffè se vuoi lo beviamo più tardi
che ora vorrei scaldarmi in tutt'altro modo.