venerdì 30 settembre 2011

Let's get these teen hearts beating faster.

I ragazzi con i capelli arruffati sulla fronte
che camminano nei corridoi della scuola indossando vecchie magliette di gruppi grunge
mi fanno tenerezza.
Li vedo mentre nascondono sorrisi dietro camel light da dieci
e nascondono le mani in felpe di una taglia più grande
e non fanno mai vedere quante volte abbiano dovuto stringere pugni e denti
o le volte in cui sono tornati a casa con le nocche o il cuore rotto, non si capisce mai chi ceda per primo.
Sono belli incazzati neri, con le labbra arricciate pronti a preparare lo sguardo più balordo
che hanno provato allo specchio la sera prima.
Proteggersi, a volte si tratta solo di quello.

mercoledì 28 settembre 2011

Ascoltiamo i dead weather

che hanno sempre la faccia da fancazzisti cronici
e la ragazza indossa sempre pellicce leopardate sintetiche
e fuma malboro light ogni volta che c'è un'intervista.
Li ascoltiamo sdraiati sul pavimento
con le schiene appoggiate sulle mattonelle,
i brividi che ci camminano fra le vertebre.
I dead weather ci entrano nella testa,
disfano la paranoia che indossiamo ogni mattina
insieme ai jeans a vita bassissima.
Jack White suona quella cazzo di chitarra
fino a che non mi fa piangere.
Stringimi la mano e portami a ballare a piedi nudi nel giardino.


La tua camicia mi sta grande,
mi cade e mi scopre la spalla
ma non ho freddo.
Se sono con te le stagioni non esistono.
Esistiamo solo noi.
Io e te.




domenica 25 settembre 2011

Qualche volta ti bacio i polsi e poi ti guardo e vorrei tanto che tu ricordassi quel il mio sguardo per l'eternità.
Ti bacio i polsi e ti dico che quello che siamo mi piace. Mi piace il modo in cui camminiamo insieme, mangiamo, fumiamo, guardiamo i film, dormiamo.
E tu mi baci la schiena, per tutta la lunghezza della mia colonna vertebrale, vertebra dopo vertebra e io piango di tenerezza, perchè forse non lo sai, ma così amata non mi sono mai sentita.
E vado avanti e non mi sento più così tanto persa e randagia come un anno fa, quando mi guardavo allo specchio e i miei occhi mi erano sconosciuti.


venerdì 23 settembre 2011

Tu fumavi sigarette seduto su quella panchina e sembravi un James Dean moderno
e io occupavo lo spazio che c'era fra di noi parlandoti di quanto mi sembrava figa
la storia dei nove cieli del paradiso della divina commedia.
Poi hai buttavo fuori il fumo dalla bocca
e mi ha detto se mi andava di venire a casa tua.

mercoledì 21 settembre 2011

I vagoni del treno erano la nostra seconda casa, cercami lì e mi troverai.

Dovevi venire a correre con me sotto alla pioggia quell'estate.
Ci saremmo giurate amore eterno mentre il rimmel colava sulle guance e i nostri vestiti si inzuppavano.
Ci dovevi provare, almeno tentare.
Ero complicata e lunatica ma avevo gli occhi dei cani randagi che hanno solo bisogno di essere amati.
Lo so che riuscivi a capirmi e che mi abbracciavi per non farmi crollare,
ma non era abbastanza.
Dovevi correre con me. Dovevi sentirti come mi sentivo io.
Persa.
Forse distrutta o soltanto non capita.
Vivevo senza chiedermi se stavo facendo le decisioni giuste, improvvisavo e andavo avanti comunque.
I vagoni del treno erano la nostra seconda casa, cercami lì e mi troverai.

lunedì 19 settembre 2011

Infanzia.

Ginocchia sbucciate.
Capelli lunghi appiccicati alla fronte.
Odore di fieno.
Nuvole bianchissime.
Prati verdi-smeraldo.
La tua mano nella mia piccolissima.
Il mare francese
e l'inverno italiano.
Le gonne.
Intreccio di cuori innocenti.
Ti voglio bene mamma.
Papà, ti prego, torna da me.
La casa è grande se litighiamo.
Farò la brava, lo prometto.
I giochi non mi servono più se posso toccare il cielo
semplicemente allungando il braccio, come mi hai insegnato tu quel pomeriggio.

sabato 17 settembre 2011

stazione.

Qualche volta ritornano,
ascoltare brunori sas seduta a gambe incrociate in stazione
e guardare il cielo che alle sei è diverso da come te lo immagini.
Pensare di amarti nei vagoni senza aria condizionata,
sbagliare anche treno perchè la testa è altrove.
Non dirmi mai che finiremo come tutti quanti,
dimmi che noi ci scriveremo post it d'attaccare al frigo ogni mattina
e che ci inventeremo mille altri modi di vivere.


giovedì 15 settembre 2011

Appunti.

Ci vediamo domenica pomeriggio,
beviamo un caffè
e poi sprofondiamo
uno negli occhi dell'altro
seduti sul divano.

martedì 13 settembre 2011

Se ci facciamo le sigarette da sole
poi quando ci passiamo le mani fra i capelli sappiamo di tabacco
e le parole da dedicarti sono sempre troppe e io non ci sto al passo.
Quest'anno sono al terzo banco vicino alla finestra e sempre con la schiena appoggiata al muro come mio solito.
Teniamo giù le tapparelle per non far entrare il sole e io mi sento un pò soffocare se non posso guardare fuori dalla finestra, non che ci sia una vista particolare, è cemento come al solito ma mi manca anche quello.
Bevo già i primi caffè macchiati e a metà mattina mi tocca prendere una pastiglia per rinforzare le difese immunitarie.
La nuova prof d'italiano parla piano, ha i capelli grigi e gli occhi tremendamente azzurri.
Non mi piace molto, preferivo quella dell'anno scorso.
Scrivo ancora quello che mi passa per la testa sulle pagine del diario e non trovo mai spazio per scrivere i compiti, ma fa niente.

Ciao, tesoro, ciao. Vorrei alzare la cornetta del telefono e dirti tutto questo.
Andrà tutto bene.

giovedì 8 settembre 2011

Gli occhi, bastano gli occhi
per capire tutto quanto.


E l'ultima volta che ci siamo abbracciate

io avevo la felpa verde
e tu mi dicevi addio nelle orecchie.
Non avevi una sola valigia,
solo cuori e tutti quanti rotti.
Ciao, amore, ciao. 
Eravamo bellissime con il sole del parco che ci illuminava le pupille.
Eravamo bellissime. 
Ti ho dato tutto ma tutto non ti bastava.
Resterai sempre qui, fra le canzoni francesi e la cioccolata delle cinque.



sabato 3 settembre 2011

Mi stringevo il vestito nero in vita cantando big girls don't cry e tu non c'eri ancora, nemmeno ti sognavo.
Avevo le gambe piene di lividi,
erano lotte immaginarie in letti matrimoniali,
era svegliarsi a notte fonda per prendere i calmanti,
era svegliarsi la mattina ed essere già un dipinto di lacrime azzurre sulle guance.
Sono stata una sedicenne paranoica,
una diciassettenne in apnea
ma ora ho diciotto anni e sono felice
e quel vestito nero stretto in vita è diventato troppo corto per metterlo ancora.