venerdì 29 aprile 2011

Quella.

Devo fermarmi e riordinare tutto.
Riordinare l'armadio,
riordinare gli appunti di scuola,
riordinare un pò il casino dentro all'anima.
Non mi abbandonare,
se ti va ancora resta con me.
I miei occhi bruciano ancora da ieri e vorrei tanto che tu venissi qui a baciarli un pò.
Io, intanto, devo ritornare ad essere quella
che passa le domeniche pomeriggio in una libreria
in cerca di quel libro che parli
di sogni infranti, tramezzini presi al discount e un amore speso tutto
al primo respiro.
Devo ritornare quella che si scriveva tutto quanto
sul palmo della mano per ricordarsi tutti i particolari,
quella che faceva seccare le margherite fra le pagine del diario,
quella che si perdeva durante le ore di storia sognando come si camminasse bene in una via di Londra,
quella che piangeva sempre quando ascoltava De Andrè,
quella che si vestiva da schifo ma le piaceva così,
quella che andava ai concerti e tornava a casa senza più voce,
quella che beveva un sacco di thè verde,
quella delle calze multicolor
e dei desideri talmente grandi che la testa se la sentiva pesante.
quella che si sente addosso ancora 16 anni
e si infila giornali di musica nella cartella e poi non segue mai le lezioni.
Quella che tu sfioravi senza pensarci,
quella che da piccola voleva fare di già la poetessa
e che non è mai riuscita ad arrampicarsi sugli alberi
perchè non voleva provare a volare
ma soltanto a stare bene dove stava, fra il cemento e i pub aperti fino alle due di notte.

giovedì 28 aprile 2011

Amarci illegalmente.

La verità è che non vogliamo farci del male
ma succede lo stesso: bicchieri rotti, sangue sulle dita, l'anima squarciata.
Non possiamo più amarci come vogliamo,
non possiamo amarci con le unghie sulla schiena, i morsi sulle labbra, i sospiri affannati.
Dobbiamo solo camminare vicini
con qualche centimetro d'aria che ci separa la carne dei fianchi.
Amarci in segreto in stanze buie,  con i letti semivuoti.
Amarci illegalmente,
amarci come se non ci importasse,
amarci fra le lacrime chiuse in luridi cessi scolastici.
Mi amerai quando sarò intenta a guardare qualche vetrina nel centro,
ti amerò quando sarai intento a rispondere al telefono.
Sarà un amore fatto di occhi socchiusi,
un amore fatto di respiri interrotti,
di mani che si fermano ad un centimetro dalle guance
e stringono i pugni.

(si ringrazia la prof di storia
e le sue ore infinite.)

mercoledì 27 aprile 2011

Il niente.

Fammi sentire fatta di niente.
Ti chiedo solo questo: fammi provare il niente.
Il niente di star sdraiati su un divano tutto il pomeriggio
ad ascoltare vinili vecchi di cinquant'anni,
il niente delle tue mani che percorrono tutta la superficie del mio corpo
per ricordarselo poi un giorno, quando sarai lontano.
Il niente delle mie labbra che ti vorrebbero baciare ogni minuto,
il niente delle stesse labbra che non dicono mai le cose più importanti.
Il niente che si prova quando pensi di aver perso un amico.
Il niente che riempie gli edifici scolastici a maggio,
Niente, io ora voglio il niente.
Il niente che vorrei ci fosse nei tuoi occhi,
il niente dietro alle mie ferite,
il niente del  mio cuore che pompava più sangue al corpo.
Io voglio essere il tuo niente.

Ritratto.

Il cielo indecente che fra un minuto piove
e i social distortion nelle orecchie.
Ci si alza e si continua ad andare
per la propria strada con un profumo nuovo aggrappato alla pelle.
Abbiamo il trucco sbavato
e tutti si girano a guardarci
perchè siamo davvero ridotti male,
il ritratto della distruzione con tutti i nostri lividi e graffi.
Ma non ci importa veramente,
vogliamo solo scappare da questa città
che si sembra piccola, che ci toglie perfino il respiro qualche volta.
Non vogliamo appartenere a niente tesoro,
ci sentiamo come degli animali in gabbia qui.
E poi ci sei tu che mi dici sempre
che assomiglio a tutte le protagoniste di quei film francesi
belli da perdere la testa
e anche con questo cielo grigio mi viene da ridere.

lunedì 25 aprile 2011

Solo virgole.

La bruciatura sulla pelle a forma di cuore,
puntare  addosso al mondo una pistola giocattolo,
non aver voglia di andare a dormire,
la camera che mi gira intorno,
i frappè al cioccolato che gorgheggiano nella pancia,
il tuo sorriso stampato nella mia testa,
i tuoi polpastrelli sulle mie vene,
avere paura del buio,
ascoltare musica grunge da giorni,
indossare magliette da uomo,
le labbra carnose,
gli occhi troppo grandi,
i capelli corti,
contare le stelle ed arrivare a 116,
inventarsi le costellazioni,
spegnere il telefono e non pensarci più,
appuntarsi di richiedere indietro l'anima,
il cuore che batte il suo bel ritmo calmo,
le unghie mangiate,
la televisione che si fa i cazzi suoi alle tre di notte
e io che mi faccio i miei,
che vorrei solo abbandonarmi totalmente
a qualcuno,
ma ho troppe cose dentro e finirei solo per travolgerlo.
Chi è così coraggioso da prendermi,
raccogliermi dalla strada
e medicarmi la scottatura al ginocchio
e sussurrarmi che ora, porcaputtana, ora posso smetterla di correre?!?
Riposati.

domenica 24 aprile 2011

Si può fare.

Quanto mi piaceva la tua bocca che tremava, tu non immagini nemmeno.

Illuminami il cuore a giorno
e fammi ballare a piedi nudi nel soggiorno.
Inventiamoci qualcosa di nostro,
qualcosa che non sia da tenere segreto o in un spazio oscurato della mente.
Qualcosa che non assomigli ad un peccato anzi, a tutt'altro.
Che assomigli al cielo sereno, al gelato alla stracciatella o alle fragole con il cioccolato.
Io indosserei le tue camicie ogni giorno
e scriverei un sacco di cose inutili che però mi faranno sentire meglio
e tu mi guarderai come fai sempre,
il quel modo che non si può scrivere,
che nessuno può vedere a parte me.
Dimmi che si può fare,
adesso o in un'altra vita.

mercoledì 20 aprile 2011

E.

Abbiamo poesie d'amore scritte sui post-it
e cacciati dentro alla tasca dei jeans strappati all'invero simile.
Ogni strappo un ricordo.
Non importa se bello o brutto, i ricordi son belli tutti.
E lo smalto rovinato e le unghie che ci tartassiamo sempre durante le ore di matematica
cercando di capirci qualcosa.
Mettere un piede davanti all'altro e andare
sempre con le stesse all star, piene di appunti anche quelle,
non si finisce mai di scrivere.
Le BIC c'è le dimentichiamo distrattamente sui tavoli dei bar
o nelle macchine d'amici.
E gli autografi improvvisati e le ciocche di capelli spostati dietro alle orecchie:
"Quanto sei dolce, quanto mi fai tremare."
Il mondo qualche volta c'è lo sentiamo dentro alle ginocchia che comunque non cedono
e ballano un pò se è necessario, se la paura è troppa.
Ogni giorno ci innamoriamo come se fosse la prima volta
e ci attorcigliamo i capelli fra le dita
e smettiamo di mangiare
e la notte non dormiamo perchè la passiamo a sospirare.

.





RICOMINCIARE:  cominciare di nuovo, avere un nuovo inizio.

martedì 19 aprile 2011

Correrci un pò sopra.

Ormai non abbiamo più niente da dirci,
ci siamo raccontate tutti i segreti che avevamo nei bagni dei maschi,
tra winston blue e ore buche passate sedute sul termosifone.
Lui non fa per me,
non dobbiamo per forza soffrire sempre noi,
lui non mi chiama mai,
qualche volta mi manca però riesco a camminare ancora,
penso che un giorno glielo dirò in faccia.
Solo frammenti perchè le frasi intere non riusciamo a dirle alle otto di mattina,
i frammenti che ci hanno tartassato fino all'ultimo e che ora dobbiamo salutare
perchè fra un pò la scuola finisce e dicono che arrivi l'estate.
I frammenti che ci uscivano dalle labbra tremanti, tagliate dal freddo, sorridenti.
Ci uscivano così, tra un'ora e l'altra e non ci capivano un cazzo,
non avevamo filo logico, non l'abbiamo ancora.
Non ci serve tenere il ritmo,
ci serve trovare la strada giusta e correrci un sopra.

lunedì 18 aprile 2011

Lettera aperta volume 2.

Non ho molto da dire,
solo che ti accorgi quando arriva quel momento lì.
Quando tutti i pezzettini che avevi raccolto per mesi si mettono in ordine da soli e allora lì, apri gli occhi e capisci per davvero.
Non fa male al cuore capirlo, ti senti solo sollevata e puoi tirare un sospiro di sollievo.
Non ti lascio andare via, sia chiaro.
Mi piace averti sempre fra i pensieri, ogni giorno, almeno per qualche quarto d'ora.
Mi piace pensarti in ogni posto, ad ogni ora, con le mani sempre tese a cercarmi.
è bella la fantasia, ti riempie i vuoti e cicatrizza i dolori, che non ha importanza se me li hai creati tu o altri.
I dolori si sconfiggono tutti, prima o poi con il tempo.
Il tempo fa crescere ed è così bello trovarsi diversi ogni giorno, guardarsi allo specchio e vedere sempre qualcosa in più ogni mattina.
Mi serviva solo andare a fare una passeggiata, capire che la libertà è un valore importante e che tutti dovrebbero averla.
La libertà di scegliere, di dire quello che si pensa e di amare tutto quello che è possibile amare.
Imparerò anch'io a dire quello che provo, imparerò a dirlo e non a scriverlo sempre.
Però una cosa devo scriverla per forza perchè non riuscirei mai a dirla ad alta voce: le emozioni con te mi sembrano migliori, più dense, quasi perfette. Sono bombe atomiche che mi scoppiano nel cuore e mi dicono che, non c'è niente da fare, sei proprio bello.

sabato 16 aprile 2011

Ma perchè?

Bisogna sopportarli i silenzi, non c'è niente da fare.
Tesoro, bisbigliando ti posso dire di tutto:
Quanto sei bello, il mio primo bacio, come mi sento quando mi chiudo la porta alle spalle.
Mi piaceva guardare in alto e pensare che non fossi sola
oppure camminare con affianco qualcuno che mi tenesse la mano
aiutandomi a stare in equilibro sui marciapiedi.
Mi piaceva farmi contare i lividi sulle ginocchia
quando stavo imparando ad andare sui pattini
e amavo quando mi rimboccavano le coperte per farmi dormire.
Si cresce, tesoro... Ma perchè?
Io ho ancora bisogno di qualcuno che mi faccia sentire al sicuro,
di qualcuno che si faccia abbracciare sempre
e di caramella a forma di fragole e quelle che sanno di coca cola.
Prova a pensare, tesoro. Prova a pensare al sole
e a noi sdraiati su un prato a piedi nudi a sfiorarci i fianchi
e a pensare che si può fare, che essere felici è un progetto che possiamo permetterci,
mentre ci fumiamo un paio di drum e ridiamo perchè, cazzo, ci siamo trovati per davvero.

giovedì 14 aprile 2011

In fila.

è
divertente
sfregarsi
le anime
e
poi
ritornare
alla
vita.
Tu
hai
un

di
me
e
io
un

di
te.

mercoledì 13 aprile 2011

Occhi svuotati.

Proveremo a restare sotto al cielo
e a mangiare qualcosa che non ci distrugga lo stomaco.
Non c'è niente da fare, i pugni gli stringiamo ormai da anni
e dovremo stringerli per il resto della vita.
Le cicatrici sono belle se condivise, come i caffè.
Mi piacciono lo stesso le idee meravigliose, anche se non posso realizzarle.
Siamo così forti seduti sui marciapiedi con i jeans strappati,
le sigarette fra le dita a ridere delle nostre debolezze umane.
Quanto siamo giovani, quanto siamo ingenui, quanto dobbiamo imparare.
Prendere a pugni il mondo non serve a niente,
ci si spacca le nocche e basta.
Abbiamo gli occhi svuotati ma rinasceranno a giugno.

Io, intanto, non vedo l'ora di sprofondare nella musica
e tu sai quale.

martedì 12 aprile 2011

Labbra contro labbra ed è un pogo violento.

Mani bucate e il sole che mi entra sotto pelle, sotto le vene,
sotto la rabbia e i microbi che mi lasciavi sulla bocca
appena bagnata dalla rugiada.
Mi pento di non riuscire mai a parlare,
di non sentirmi mai completa,
di non riuscire ad avere delle gambe decenti ma sempre impestate di graffi e lividi.
Mi sento addosso ancora 16 anni,
con le braccina rachitiche e i dolci nascosti nelle tascone della felpa extra-large.
Avrei voluto conoscerti a 16 anni, davvero.
Sai quanto ero diversa a quell'età?
Se mi annusavi sapevo di punk rock
e se mi prendevi in braccio pesavo ancora 58 kili, sottopeso,
le costole più sporgenti del mondo e di mangiare neanche per un cazzo.
A 16 anni ero incazzata con il mondo, ora sono quasi rassegnata alle volte.
A 16 anni leggevo biografie di Iggy Pop e poesie di Morrison,
ora mi piacciono i poeti francesi, quelli che per scrivere cose decenti
dovevano stare sotto l'effetto dell'oppio.
A 16 anni baciavo per divertirmi,
ora per farmi curare le ferite, per non sentirmi sola, per riavvivare il cuore
che si rifugia nella cassa toracica e se prova a parlare, balbetta.
Labbra contro labbra
ed è un pogo così violento che non capisco più dove sono,
se questo è il mondo o qualcosa di più alto.

lunedì 11 aprile 2011

Stare.

Voglio stare anch'io all'inizio di un libro o di un cd.
Nella pagina vuota o in quella finale.
Voglio stare nella pagina delle dediche.
per Barbara,
per Giulia,
per Teresa,
per Gabriella,
per Elisa
o se proprio sei stanco mi va bene anche " per E."
Che tanto io capisco lo stesso,
che tanto io piango lo stesso.

domenica 10 aprile 2011

Caos infernale.

Lo sentivi il mio cuore ballare nella gola
quando mi sfioravi con i polpastrelli la pelle del collo?
Ridevamo perchè la mia maglietta si era rotta
e io potevo ancora chiamarmi Lolita
e mettere i piedi sul cruscotto, avevo lo smalto blu.
Sapevo già che dovevo rinunciare a tutte le idee meravigliose
che mi esplodevano nella testa.
Ma come si fa a rinunciare quando il nodo alla stomaco si scioglie
e il volume della radio è così basso che posso sentirti i respiri?
Hai un bel ritmo di respiri, hai delle belle mani, hai gli occhi belli.
Io non riesco a stare ferma, vorrei chiederti di abbracciarmi
ma sono troppo timida e ho paura di mettermi a piangere.
Tienimi per sempre chiusa nella tua macchina,
quando guidi pensa di avermi di fianco
e raccontami come sta andando la giornata.

sabato 9 aprile 2011

Cinque anni.

Queste storie pericolose per il cuore,
questo vento che fa volare via tutti i pensieri
e ci resta solo il deserto.

Medicare le ferite al ginocchio come si faceva a cinque anni
e soffiare perchè l'alcool brucia troppo.

Da che parte vengo io?
Perchè nessuno mi dice di crescere,
di smetterla di essere debole come un fiore
e di non andare più sui pattini.

Guardami.

venerdì 8 aprile 2011

Dearly beloved.

Dearly beloved are you listening?
I can't remember a word that you were saying
Are we demented or am I disturbed?
The space that's in between insane and insecure
Oh therapy, can you please fill the void?
Am I retarded or am I just overjoyed
Nobody's perfect and I stand accused
For lack of a better word, and that's my best excuse


Cara amata, mi stai ascoltando? 
Non riesco a ricordare le parole che ti ho detto 
Siamo noi dementi, o sono io disturbato?

Lo spazio che c'è in mezzo è insano ed insicuro
Oh terapia, puoi tu riempire il vuoto?
Sono io ritardato, o sono solo troppo contento?
Nessuno è perfetto ed io sopporto le accuse
Per la mancanza di belle parole
e queste sonole mie migliori giustificazioni. 






Chiudi gli occhi e poi dimmi se non siamo noi.

Viaggio.

Abbiamo sopportato anche i peggiori mal di testa con il sorriso
e tutto quel vivere ci ha talmente gonfiato che non ci veniva nemmeno fame
ma solo una grande sete di rincominciare tutto da capo il giorno dopo.
Le notti insonni giù nella hall in pigiama a farci offrire pacchetti di sigarette
da trentenni ubriachi, a mangiare cornetti appena sfornati alle tre di mattina
e a parlare del futuro con il ragazzo cubano che faceva il turno di notte dietro al bancone.
Com'erano belle le nostre occhiaie, le dormite scomode sul pullman e i momenti di silenzio
alla fine delle camminate in centro.
Non volevo tornare, mi manca quel buco di camera.


Odio i ritorni, li odio.
Ti sbatti la porta di casa alle spalle e vedi che, alla fine, non è cambiato niente.
I vestiti sono ancora lì dove li avevi lasciati,
nello stereo ancora lo stesso cd
e il cielo più stronzo e grigio del solito.

E poi volevo che tu
mi spaccassi il cuore a metà
e me lo riempissi di marmellata alla fragola,
quella che mangiavo ogni mattina pensandoti
con i sogni ancora freschi sulle ciglia.

venerdì 1 aprile 2011

Cinque euro.

Com'è facile ridere quando hai il sole negli occhi,
com'è facile sentirsi leggere, piccole, adolescenti.
è quasi l'ora di scoprire le gambe tesoro
e far vedere a tutti quanti i lividi che l'inverno ci ha procurato
sulle ginocchia che hanno ancora dentro tutti i sogni
che sono duri a morire, troppo belli per non tenerli ancora lì dentro.
Cantiamo tutto quello che passa per la radio, che ci piaccia o meno
l'importante è far vedere che ci siamo, che non c'è niente di meglio.
Gelato al cocco e alla stracciatella, qualche tiro di sigaretta
e le scarpe a cinque euro.
E vedrai che tutto andrà bene, che qualcuno ci prenderà per amarci un bel pò
e che magari crescendo diventeremo anche ordinate.
Mettiamoci ancora un pò di mascara e andiamo avanti.