martedì 31 maggio 2011

Folata di vento.

è un periodo che mi rinchiudo in libri di strani autori giapponesi
e quei caffè zero deliziosi che fa ora la magnum e di cui non posso fare a meno.
Ho mani che mi sfiorano la nuca senza pensarci,
gambe che seguono il ritmo di canzoni anni 90
e un sacco di voglia di partire e non tornare più.
Svanire è sempre stato uno dei miei verbi preferiti
insieme ad amare, cucinare e abbracciare.
Non voglio più essere sotto gli occhi di tutti,
mi bastavano i tuoi e quelli di poca altra gente 
che mi capiva o almeno mi accettava sapendo comunque di trovarsi
di fronte ad un muro qualche volta.
Io mi proteggo così, dipingendomi un muro tutt'intorno
perchè la  verità è che mi spezzo alla prima folata di vento.
Cado a terra e non mi sento più così tanto sicura di tutto,
non mi ricordo più se ho raccolto tutti i pezzi
o qualcuno è rimasto indietro.

lunedì 30 maggio 2011

Solo il meglio, capisci?

E le mie labbra rosse
erano in tinta con la tua maglietta, con la luce del sole e con la bottiglia di vino.
Ci pensi che ancora mangio i lamponi come avevo visto fare alla protagonista di Lolita?
Che leggo libri scontati perchè nessuno li compra più
e sono in fissa con i placebo e gli occhi del loro cantante?
Ti rendi conto che amo troppo,
che scrivo lettere a degli estranei quando sono sul treno,
che penso sempre che io a quarant'anni voglio ancora essere felice.
Io di mia madre mi voglio ricordare solo le sue risate
e non tutte le lacrime che ci siamo procurate a vicenda
e di mio padre voglio ricordare tutte le volte che mi ha portata in Francia,
non gli anni in cui non lo vedevo mai, i mesi che passava in silenzio.
Io voglio ricordare solo il meglio delle persone, capisci?
Voglio ricordarmi il tuo profumo, il suo divano, i bagni della scuola,
le giornate al parco, il cinema, i locali aperti fino a tardi e la mattina dopo
sempre e comunque con le spalle dritte che la vita non aspetta nessuno!

venerdì 27 maggio 2011

Con questa pioggia

mi sono messa a dormire
con la testa appoggiata sul cuscino di Elvis Presley
e stavo sognando di un aeroporto e una valigia che pesava meno di me,
ma poi mi hanno svegliata e ho lasciato correre.
Chissà dove dovevo andare?
E con questa pioggia non mi va di fare niente,
 per cena mi preparo una super tazza di latte
con dentro i cereali al cioccolato
e penso che sarebbe bello dormirti a fianco
in una notte come questa...
Con i tuoni, i fulmini, il rumore dell'acqua sui tetti
e tu che mi racconti di quando da piccolo
alle elementari andavi a spiare le ragazzine nei bagni
e le vedevi ridere e intrecciarsi i capelli
e pensavi che non ti sarebbero mai piaciute,
che tu preferivi il pallone alle loro labbra...
Diresti ancora così?
Baciami violentemente che ho paura.


Whore.



Tutto quello che ho da dire oggi.

giovedì 26 maggio 2011

Che ne sai.

Ma che ne sai della mia adolescenza,
delle ginocchia che cedevano
mentre scrivevo poesie di Jim Morrison
sulle porte squallide dei cessi della scuola.
E avevo solo punk rock nelle orecchie
e la matita nera che colava sempre sulle guance
e volevo scopare solo rock star squattrinate
ma terribilmente belle.
Che ne sai tu della fragilità delle mie ossa,
dei lividi e della mia pelle che scottava.
Le costole in vista e i concerti di notte,
era tutto lì ed era il centro dell'inferno,
lo capisci?
O mi seguivi o perdevi il filo
e io ero troppo in basso per arrivare alla tua mano
che mi avrebbe salvato.


"E ora suo padre è mancato
e sua sorella è una diva
e sua madre fuma diamanti
e lei dorme in macchina."

mercoledì 25 maggio 2011

Vorrei essere tua.


E intanto i miei capelli
sembrano prendere fuoco,
come la canzone dei semi precious weapons.


martedì 24 maggio 2011

Contami tutte le guerre che ho perso sui polsi
e non dirmi che oggi deve finire,
che è ora di andare perchè il sole quando sorge non aspetta nessuno.
Io sto bene qui fra le tue braccia,
tra le tue parole che si arricciano fra i miei capelli
e i tuoi respiri che mi fanno vibrare la colonna vertebrale.
Non lasciarmi andare via
che lo so benissimo che il tuo cuore
ha bisogno del mio per cicatrizzarsi.

lunedì 23 maggio 2011

Che mi proteggeva le spalle.

Erano storie che cominciavano con magliette larghe e colazioni in aeroporto alle sei di mattina
con il cielo grigio e i nostri occhi ancora appannati.
Poi si volava, si ascoltava la musica con l'ipod e si pensava che forse il nostro cuore si sarebbe calmato
mettendo parecchi chilometri di distanza da casa.
L'aria a Parigi profumava di nuovo e di pioggia. Abbiamo provato a ripararci sotto le fermate degli autobus ma poi non abbiamo resistito e la tour eiffel era bella anche così, con tutte le pozzanghere da saltare e le sciarpe ben salde al collo. Avevamo comprato un ombrello a poco prezzo da una bancarella lungo la strada e anche se si piegava all'indietro noi ridevamo. Ridevamo con i capelli bagnati e i piedi che cominciavano a sentire la stanchezza.
Parigi era bella, così bella che ci sarei rimasta, non avrei mai preso l'aero di ritorno.
Semplicemente sarei rimasta ancora un pò a passeggiare lungo la chance elysee con l'arco di trionfo che mi proteggeva le spalle. Mi sarei rifugiata alla Virgin e avrei preso un paio di cd in saldo e poi sarei tornata alla fermata della metropolitana con in mano un frappuccino al caramello e tanto sonno accumulato sulle ciglia.
Per davvero, io a Parigi ci sarei rimasta fin quando il mio cuore non mi avesse chiesto di cambiare città, ma non penso che l'avrebbe mai fatto. A Parigi eravamo contenti tutti e due: contenti perchè i bar erano pieni di gente ad ogni ora, perchè di notte andavamo a mangiare le patatine fritte e perchè sognavo che un giorno mi avresti raggiunto e trovata diverse, rinata. Con i capelli lunghi fino alle scapole e gli occhi di chi ha fatto pace con se stessa.

domenica 22 maggio 2011

Immaginazione.



Boh, penso di di amarlo.

Fanculo il cuore e tutto il resto.

Non sapevamo nemmeno più che giorno fosse,
quel letto ci aveva incatenati insieme
a forza di respiri pesanti.
Che differenza poteva fare?
Il mondo me lo disegnavi sulla pancia,
mi ricordo che tremavo sempre un pò
quando le tue dita mi sfioravano, erano fredde.
E io mi arrampicavo fra i i tuoi capelli
ogni volta che mi veniva da piangere...
ci stavo bene nella piega dei tuoi ricci con la musica di sottofondo
che mi cullava ma non abbastanza per farmi dormire.
Non volevo chiudergli gli occhi,
non prima di averti abbracciato
piedi, gambe, costole e bocca un'ultima volta.
Che non mi hai mai regalato cioccolatini
ma io ero lo stesso innamorata di te.
'Fanculo il cuore e tutto il resto.

sabato 21 maggio 2011

Ciao,

io vado in quel locale dove si balla sui tavoli.
Lo vado a riempire di risate fragorose quel posto
e domani mattina, si vedrà.

E tu hai una bella voce
e vorrei tanto, ma tanto
che venissi anche tu
a vedere quanto sto bene con la musica che mi scivola sui fianchi pallidi.


Punto e a capo.
Domani è un altro giorno.

giovedì 19 maggio 2011

mercoledì 18 maggio 2011

Quelle cose lì.


Tipo quelle cose tremendamente teen
come le penne che profumano di frutta
o le gomme da masticare di colori psichedelici
e disegnarsi i cuori sulla mano e sospirare poi tutta notte.
Ascoltare canzoni tristi quando sei depressa,
baciare un sacco di ragazzi,
strapparsi i jeans,
le magliette dei gruppi punk
e le domande sul sesso sui giornaletti che costavano poco più di un euro
che leggevamo nascoste nei bagni della scuola
quando eravamo, che ne so, alle elementari?
E poi le scritte sui muri
e la rabbia che spacca le nocche 
e lascia cicatrici di chi vive lottando.
Le sigarette fatte sù da soli e i pianti
e le gambe toniche
e sono tutta nervi e anche un completo disastro…
ma io così ci rimarrei tutta la vita.
Se anche tu lo pensi quello che penso io
allora: io.tu.monolocale.Parigi
e non si dorme più
e si fa solo l’amore.

Ve li ricordate i five?

Oggi vorrei avere i capelli lunghissimi
che sfiorano il centro della schiena
e che posso attorcigliare fra le dita.

Vorrei avere un frappè grande al cioccolate in una mano
e andare al parco a prenderlo tutto sulle guance
questo sole che mi illumina gli occhi
e me li fa diventare color miele.

E scoprire le gambe
e farmi i chilometri dentro alle mie all star viola.

Non voglio più cacciarmi ogni mattina dentro a quelle quattro mura,
voglio dormire fino a tardi
e svegliarmi lo stesso stanca
e finalmente leggere tutti i libri che ho messo sul comodino
da dicembre.

E ascoltare i five, ve li ricordate i five?
Ascoltarli e ridere così tanto da piangere.


martedì 17 maggio 2011

Tanto domani.

Gli occhi che cedono
ma che non vogliono smettere di guardarti
anche se è tardi.
Tanto domani ci rincontreremo qui,
ci toglieremo i vestiti di dosso
e sarà ancora una volta caos
che riempie i respiri,
i capelli,
questa sottospecie di cuore.

lunedì 16 maggio 2011

Verde.

C'è tutta la mia adolescenza dentro a quel parco,
tutti i miei pianti migliori,
tutte le idee perse
e le decisioni peggiori.
Ci sono amicizie finite,
amori che pensavo grandiosi
e profumi che ormai non mi ricordo più.
E dietro alla villa, seduta al mio solito posto
io so essere sincera, so essere tutto quello che non riesco ad essere altrove.
Non so perchè,
ma sento che il mio cuore possa calmarsi un pò
quando mi siedo a gambe incrociate
e guardo tutto quel verde immenso.

sabato 14 maggio 2011

Caro amore.

Sono convinta che il vero amore si riconosca ad occhi chiusi,
sfiorandosi appena con le dita e con il cuore che vorrebbe tanto parlare
ma non ci riesce e quindi batte all'impazzita.
Il vero amore è fatto di altre mille cose oltre al sesso.
è fatto di poco trucco che tanto le guance arrossiscono soltanto a guardarti,
di colazioni fatte insieme
e di coprirti con una coperta quando ti addormenti sul divano un pomeriggio di dicembre
e poi lì, restare ore a guardarti.
L'amore è camminare in punta di piedi nell'anima dell'altro
facendo comunque un gran casino,
è versarti l'acqua a tavola
e lasciarti l'ultima fetta di torta quando hai fame.
è non aver paura di parlare, di incazzarsi, di odiarsi qualche volte...
Tanto poi si fa la pace ed è come innamorarsi di nuovo.
Io aspetto, ma tu cerca di arrivare
che le mie mani già ti conoscono a memoria,
che io già so di che cosa profumi dopo aver fatto l'amore.

Tanto lo so già che arriverai quando i miei capelli si saranno
allungati un altro pò.
Abbastanza per nascondermi il viso quando mi farai dei complimenti.


Elisa 
e le meravigliose occhiaie
pre-esame.

venerdì 13 maggio 2011

Terza persona.

Elisa sta sempre all'ultimo banco durante le verifiche di matematica
 che tanto cosa vuoi copiare, cosa vuoi sapere...
è quella che ha sempre l'ipod carico
e si scrive sempre sulle mani
e piscia nei bagni dei maschi a scuola.
Ha i capelli corti
e d'inverno sprofonda nelle sciarpe
e si mette sempre le all star
anche se poi ha i piedi zuppi e la febbre il giorno dopo.
Elisa balla sempre
e si inventa parole d'amore da dedicare al primo che passa.
è troppo alta, troppo confusa, troppo distaccata.
Ha lividi da ogni parte,
le cicatrici nel cuore
e un vaffanculo stampato sulla fronte.
Consuma un sacco di bic, se ne vuole andare a Parigi a passeggiare per il quartiere latino,
Elisa viene presa, consumata, buttata via con spazzatura
da chi non ha pazienza, da chi vuole subito sentirsi dire tutto quanto
senza domandarsi se fa male, se fa crollare qualcosa dentro, se fa venire le lacrime agli occhi.
Elisa è un fiore,
Elisa è aria,
Elisa non si piace mai,
Elisa mangia troppo cioccolato,
Elisa non vuole farsi del male,
Elisa prende a pugni il mondo
e ci esce quasi sempre con le costole rotte
ma felice.

giovedì 12 maggio 2011

Terrorizzata dai numeri.

Non dormire niente
e la mattina rotolare a scuola insieme alla prima felpa xl trovata nell'armadio
e i capelli improponibili
e il caffè che non scende più dalle macchinette.
Ho voglia di ridere,
di raccogliere i fiori nei giardino e nasconderli tutti fra le pagine
dei miei libri preferiti.
Domani c'è la simulazione di matematica
e io passo il pomeriggio a mangiare mele e a cantare canzoncine stupide
e a contarmi i lividi sulle gambe nude.
Tanto andrà bene, mi sono detta.
Se ridi andrà tutto bene,
se ti metti a ballare ancora meglio.
La prof mi dice che sono terrorizzata dai numeri
e da tutte le regole che ci girano intorno,
ma non fa niente.
Questi esami devono finire al più prestoperchè io devo ridere
e mettermi a correre per raggiungere il sole, okay?


(e non c'è storia,
Titanic è titanic.)



mercoledì 11 maggio 2011

Bowie.

Ballare David Bowie a piedi nudi sull'erba
e girare così tante volte in tondo
da non capirci più niente e cadere giù.
Che non saremo mai belle abbastanza,
mai educate perfettamente,
mai un pensiero che vada  per il verso giusto,
non saremo mai abbastanza.

Ma fin quando c'è Bowie che canta
a noi del resto
non c'è ne frega proprio un cazzo.
Potete distruggerci l'anima
che con Bowie nelle orecchie non c'è ne accorgiamo.



martedì 10 maggio 2011









Persa.

Mi sto perdono, ecco tutto.
Avrei bisogno di fare una lunga passeggiata
da sola nel parco
ma ho paura della solitudine, del sole che mi si irradia sotto alla pelle e del cielo che riempio di un sacco di sogni, impilati uno sopra l'altro, fino ad arrivare a sfiorare le nuvole.
Mi sto perdendo fra le pagine di questo libro che si intitola undici minuti e parla di me.
Mi sto perdendo fra tutti quegli esercizi di matematica
che mi fanno venire il nervoso quando il risultato è sbagliato
e mi sto perdendo fra tutti i bicchieri di latte freddo, le colazioni della domenica mattina, i poster attaccati al muro, le felpe che non mi possono più proteggere e le ciocche di capelli che nessuno mi riporta più dietro all'orecchio.
E non c'è nessuno da incolpare questa volta.
è colpa mia, sono stata io a lasciarmi andare via, mi sono vista mentre mi giravo le spalle e sparivo via.
Fra neanche un mese finisce la scuola e la mia testa è piena solamente di appunti di storia, diritto e psicologia. Di nient'altro, non ho tempo.
Ma quando gli esami saranno finiti, prometto di farla quella passeggiata nel parco
e mi ritroverò là, nel mio posto preferito dietro alla villa, dove mi siedo sempre
e cerco di indovinare dove finisca tutto quel verde.

"Sento il bisogno di scrivere sull'amore.
Sento il bisogno di pensare, pensare, scrivere e scrivere sull'amore-
altrimenti la mia anima non resisterà."
-undici minuti; Paulo Coelho-



lunedì 9 maggio 2011

Battaglia.

Lasciati sfiorare,
lasciati sfiorare da me che non voglio far altro che scoprirti
in ogni cicatrice.
Te le ricordi le mie dita fra i tuoi capelli?
La sensazione di avermi a fianco quando ancora il sole non era risorto?
Chiusa nei cappotti taglio uomo,
chiusa in dolori che non voglio ancora condividere
e in jeans stretti che mettono in risalto le gambe fragili.
Camminami fra gli scomparti del cuore,
tira fuori le storie più cruente e buttale al vento.
Voglio ripartire da zero stretta in chiodo nero
che le spalle te le fa più grandi anche se sempre gracili.
E quel letto sfatto era la poesia più bella 
e i tuoi occhi socchiusi insieme alla pelle che scottava ancora
mi faceva venire voglia di piangere.
Vorrei tanto essere protetta da te
ma lo so già che dovrò rialzarmi da sola, sempre.
Non sono preziosa e nemmeno speciale,
sono solo terrorizzata a morte da tutto questo.
Terrorizzata al punto che voglio viverlo tutto questo terrore,
anche se il mio cuore mi abbandonerà 
perchè, valoroso quanto vuoi,
ma questa battaglia non potrà mai vincerla.

sabato 7 maggio 2011


Le mie clavicole iniziano
a sentire la mancanza
delle tue mani
che le sfioravano
senza pensarci.

venerdì 6 maggio 2011

Reset.

Il miele sulle ferite ai polsi,
le parole che non ci scambiamo più
e le pagine bianche che non riesco più
a riempire con niente.

Ho il cuore in vacanza
e le gambe pronte a correre.





mercoledì 4 maggio 2011

Senza titolo, senza parole, senza sorriso.

Saranno transenne incastonate nei fianchi come diamanti
e magliette taglia xl per contenerci dentro tutti i dolori.

Sappiamo saltare a ritmo ed è tutto quello che si serve,
sappiamo piangere e dire che va tutto bene.

Urlamelo in faccia che ho sbagliato qualcosa,
che non doveva andare così, che i miei occhi si sono spenti
e non sono più compatibili con i tuoi.
Che le complicazioni non ti piacciono,
che io parlo poco,
che ho la faccia poco raccomandabile
e l'anima troppo profonda.
Dimmelo che non sono fragile, che la realtà la posso sopportare.